Domenica 14-1-2024 -II Tempo Ordinario B – Settimanale AMCOR
Cari soci e amici dell’Amcor,
le letture di questa domenica 14-1-2024 sono collegate da un filo conduttore che è dato dalla ricerca della volontà di Dio per noi, ricerca guidata dallo Spirito.
La prima lettura è tratta dal 1° libro di Samuele. Dopo i cinque libri del Pentateuco (Genesi, Esodo, Levitico, Numeri e Deuteronomio) si trovano i testi che stanno sotto il titolo di “Libri storici”. I primi dei quali sono Giosuè, Giudici, Samuele e Re. In estrema sintesi provo a esporre il contesto storico nel quale si sviluppano questi testi.
Il libro di Giosuè, successore di Mosè, riguarda la conquista della terra promessa e la sua suddivisione tra le varie tribù (si possono proporre datazioni intorno al 1200 a.C.).
Il libro dei Giudici, nella sua parte centrale e più rilevante, contiene la presentazione di alcune figure di capi carismatici, sei maggiori e sei minori, chiamati, appunto, ‘Giudici’, tra questi Gedeone, Jefte e Sansone. Essi non amministravano solo la giustizia, ma avevano ruoli anche di governo e militari.
I due Libri di Samuele presentano questo profeta con un ruolo essenziale nella storia della istituzione della monarchia. I libri di Samuele coprono, infatti, il periodo che va dalle origini della monarchia israelita fino alla fine del regno di Davide.
Saul fu re intorno al 1030 a.C. e muore intorno al 1010 a.C.. Davide muore verso il 970 a.C.
Il re Davide respinge definitivamente i Filistei, con lui Gerusalemme divenne la capitale politica e religiosa del regno. Però l’unità nazionale alla morte di Davide non era ancora totalmente completata, pensiamo alla rivolta di Assalonne, figlio di Davide, sostenuto da varie tribù.
Complessivamente si può dire che, in termini religiosi, il messaggio di questo libro espone la difficoltà di un regno di Dio sulla terra il cui ideale si è realizzato solo sotto Davide. I padri della Chiesa hanno fatto un parallelo tra la vita di Davide e quella di Gesù. Il nome di “figlio di Davide” diviene un riconoscimento messianico.
I due libri dei Re contengono il lungo racconto della vita di Salomone. Alla morte di Salomone (931 a.C.) il regno si divide nei regni di Israele e di Giuda.
Gli eserciti assiri invadono successivamente la regione e nel 721 a.C. Samaria cade sotto il loro dominio. La caduta anche di Gerusalemme è del 597 a.C., e poi ancora nel 587, per opera di Nabucodonosor. I libri dei Re terminano qui con due brevi appendici.
Successivamente i vari libri storici arrivano fino ai Maccabei cioè all’epoca ellenistica, successiva quindi alle conquiste di Alessandro Magno.
Il brano di oggi, tratto dal secondo Libro di Samuele, presenta la chiamata e la consacrazione di Samuele come profeta. Dio lo chiama e si siede accanto a lui che lo ascolta “senza lasciare andare a vuoto una sola delle sue parole.”
Anche nella nostra vita il Signore chiama, si fa sentire. Dice Don Giuseppe: “Forse sono più frequenti le chiamate tribolate, non facili da interpretare: proviamo a ripercorrere il cammino della nostra vita.”
Stiamo, dunque, attenti a ciò che Dio vuole da noi quando ci chiama.
San Paolo ci ricorda che i nostri corpi sono membra di Cristo e tempio dello Spirito Santo. Don Giuseppe ci invita a chiedere a questo Spirito Divino la luce per poter capire e realizzare i piani che Dio ha per noi, la sua volontà.
Il Salmo che ci viene proposto oggi si presenta diviso in due parti.
La prima parte (da cui e tratto il brano della Liturgia odierna) dà voce a un povero appena liberato da una grave situazione. E’, quindi, un canto di liberazione, di ringraziamento e di lode (“egli su di me si è chinato…. Mi ha tratto dalla fossa della morte … Beato l’uomo che spera nel Signore…”). Dio non chiede sacrifici, ma vuole che si compia la sua volontà.
Nella seconda parte di questo Salmo, non inserita nella Liturgia di oggi, ritorna il tema del giusto perseguitato e che non perde la fiducia nel Signore: “Io sono povero e infelice; / di me ha cura il Signore. / Tu mio aiuto e mia liberazione, / mio Dio, non tardare.”
RIT: Ecco, io vengo, Signore, per fare la tua volontà.
Ho sperato, ho sperato nel Signore,
ed egli su di me si è chinato,
ha dato ascolto al mio grido.
Mi ha messo sulla bocca un canto nuovo,
una lode al nostro Dio.
Sacrificio e offerta non gradisci,
gli orecchi mi hai aperto,
non hai chiesto olocausto né sacrificio per il peccato.
Allora ho detto: “Ecco, io vengo”.
“Nel rotolo del libro su di me è scritto
di fare la tua volontà:
mio Dio, questo io desidero;
la tua legge è nel mio intimo”.
Ho annunciato la tua giustizia
nella grande assemblea;
vedi: non tengo chiuse le labbra,
Signore, tu lo sai. Sal.40 (39)
Cerchiamo anche noi di ascoltare la chiamata del Signore, di realizzare la sua volontà. “Sul rotolo del libro di me è scritto / di compiere il tuo volere. / Mio Dio, questo io desidero, la tua legge è nel profondo del mio cuore.”
Spirito di Dio aiutaci ad ascoltare la voce del Signore, troppe volte intorno a noi e nel nostro cuore c’è il silenzio, c’è il vuoto, c’è l’angoscia. Dentro e intorno a noi pare vincere la forza del male: Signore ascolta il nostro grido.
Nel ricordo di Don Giuseppe, con Suor Maria Clara, Mariella, Patrizia e tutto il Consiglio uniamoci nella preghiera perché la luce del Signore illumini le nostre strade, illumini le menti di chi può fermare la guerra e portare la pace.
Contardo Codegone
Settimanale AMCOR
14.1.2024 –II Dom. T. Ord.
Mi hai chiamato? Eccomi
Letture: 1 Sam 3, 3b-10.19; 1 Cor 6, 13c-15a.17-20; Gv 1, 35-42 – le letture di oggi sono piene di interrogativi: il ragazzino Samuele non sa ancora che sta parlando con Dio, ma risponde già lui stesso con una domanda; San Paolo domanda ai suoi cristiani di Corinto: “Non sapete che il vostro corpo è tempio dello Spirito Santo che è in voi?”; i due futuri discepoli domandano a Gesù (che li aveva stimolati per primo: “Che cosa cercate?”): “Rabbì, dove dimori?”. Sono domande mosse con sincerità, e dare loro una risposta di adesione sarà condizione di cammino fecondo.
Qualche insegnamento dalle letture – Samuele diventerà una persona molto importante nella storia di Israele. Questo cammino ha inizio con una chiamata. Il Signore ne fa tante chiamate: a ognuno la sua, diversa ogni volta. Forse sono più frequenti le chiamate tribolate, non facili da interpretare: proviamo a ripercorrere il cammino della nostra vita. Alla fine la voce si fa sentire, se non siamo noi a disturbarla o a rifiutarla. Samuele ha avuto un mediatore, e anche nelle nostre vite le mediazioni sono frequenti: bisogna non essere chiusi.
Fra le componenti che intervengono nella vita di tutti c’è la gestione del nostro stesso corpo: dal suo funzionamento dipende la durata e la modalità della nostra vita e anche una componente almeno del nostro “sentire di noi”. Il corpo media la nostra efficienza e debolezza, molti nostri piaceri e sofferenze. Come comportarci con il nostro corpo? San Paolo, parlando ai Corinzi, rivela due rapporti che toccano profondamente la realtà del nostro corpo e orientano il nostro modo di rapportarci ad esso, di giudicarne i valori: i nostri corpi sono membra di Cristo e sono tempio dello Spirito Santo. A questo Spirito divino chiediamo la luce per diventare un po’ familiari con questa realtà, per stimarla in tutta la sua nobiltà, per realizzarne le finalità collegate alla nostra vocazione e per non cercare, per essa, una realizzazione che non corrisponde ai piani di Dio.
“Rabbì, dove dimori?”. Disse loro: “Venite e vedrete” – Stacchiamo la lettura evangelica, che ci fa vedere Gesù ancora solo, per l’ultima volta. Lui aveva aspettato quell’incontro e il Battista lo propiziò con quella quasi-definizione che aveva già anticipato il giorno precedente: “Ecco l’agnello di Dio”. Due discepoli del Battista a quelle parole lasciano il loro maestro e seguono Gesù. il Battista deve essere stato contento di cedere a Gesù quei due amici. E’ interessante che seguono Gesù senza dire nulla. E’ Gesù a rompere il silenzio, per provocare i due a esprimersi: “Che cosa cercate?”. La risposta suona di nuovo come una domanda, ma è di più: “Rabbì, dove abiti?”. Evidentemente piacerebbe anche a loro vedere dove abita e, meglio ancora, starci un po’. Gesù è misterioso e discreto: “Venite e vedrete”. Dunque non li allontana, e così essi rimangono con lui: “quel giorno”, che poi durerà tutta la loro vita. E incomincia così la serie di chiamate; ed è consolante che hanno tutte esito positivo: Andrea con un altro (forse Giovanni stesso, che non si nomina mai), poi Simone, che Gesù chiama subito “Pietro” e poi (il racconto continua nel brano successivo) Filippo e Natanaele.
E’ così consolante assistere all’esito positivo delle chiamate: punto di partenza è stata la testimonianza del Battista, che poi accetta di scomparire (o Signore, se fossi capace anch’io di imitarlo, per lasciare spazio solo a te! Anche perché ‘togliermi di mezzo’ non vuol dire allontanarmi dal tuo affetto; anzi, imparare a non distrarmi!). Così inizia il cammino indisturbato di Gesù nei loro cuori.
Vostro Don Giuseppe Ghiberti
Trovate tutte le omelie di don Giuseppe al seguente link: http://www.amcor-amicichieseoriente.org/approfondimenti/il-settimanale-di-don-giuseppe/