Articolo di Don Giuseppe su Georg Ratzinger
Cari soci e amici dell’Amcor,
sul settimanale “La Voce e il Tempo” del 30 maggio u.s. è apparso questo interessante articolo di Don Giuseppe come recensione a un libro dedicato alla vita di Georg Ratzinger, fratello di Papa Ratzinger, recentemente mancato. E’ un libro scritto in tedesco e non ancora tradotto in Italia. Come sempre Don Giuseppe sa cogliere, da un testo ampio e con interventi di vari autori, il senso di una lunga vita dedicata, tramite la musica, al Signore.
Penso sia interessante offrire questo stimolante lavoro di Don Giuseppe alla Vostra lettura e riflessione.
Insieme a Don Giuseppe, Vi invio i saluti più cari in preparazione anche alla festa del “Corpus Domini” di domenica prossima.
Contardo Codegone
Articolo di Don Giuseppe Ghiberti apparso su “La Voce e il Tempo” del 30-5-2021 pag.16
Georg Ratzinger
Fratello di Papa Benedetto XVI
[il cammino di una famiglia]
Titolo del libro
Georg Gänswein- Christian Schaller (Hg. = Editori), Ein Priester im Dienst der Musica Sacra. Zum Gedenken an Domkapellmeister Georg Ratzinger, Schnell u. Steiner, Regensburg 2020.
Premessa
In questi mesi è apparsa in Germania un’opera collettiva in ricordo di un musico di fine secolo scorso, Georg Ratzinger, fratello di Joseph Ratzinger, Papa Benedetto XVI. In una prima parte sono riportati un ricordo del Papa emerito, fratello del defunto, e un ritratto del defunto, nel suo cammino in famiglia, nel ministero pastorale e soprattutto nella sua prestazione del tutto eccezionale come coltivatore della musica sacra. Nella seconda viene riportato il testo di molte significative testimonianze di ricordo affettuoso da parte di personalità a raggio mondiale, molto legate agli impegni dei due fratelli, giungendo a dare una testimonianza convincente di solidarietà e di stima affettuosa.
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Negli anni ’20 e ’30 del secolo scorso nelle montagne della Baviera meridionale si creò e sviluppò una famiglia con tre figli: nel 1921 nacque Maria Ratzinger, nel 1924 Georg e nel 1927 Joseph. Dopo la morte dei genitori Maria rimase in casa a sostegno dei due fratelli, ambedue preti cattolici, un po’ atipici: musico molto noto il primo e teologo di fama mondiale e poi – come risaputo – Papa della chiesa cattolica il secondo. Le necessità economiche frenarono gli studi di Maria (che divenne provvidenziale segretaria di Joseph), mentre i due fratelli poterono sviluppare le loro eccezionali qualità nelle doti musicali e nella ricerca teologica. Ma le distinzioni non sono troppo nette, perché Joseph è pure finissimo intenditore musicale e, più ancora, prete di straordinaria incisività pastorale.
Due fratelli, due preti, ma senza pericolo di destare noia. Avevano pagato il loro tributo alla guerra specialmente negli ultimi anni del conflitto, e Georg, più anziano e quindi più a lungo al fronte, aveva buscato una ferita al braccio (guarita fortunatamente bene) e poi un breve periodo di prigionia. Quasi contemporaneamente poterono tornare a casa, evitando abbastanza i non rari pericoli di internamento. Quando Joseph rientrò in casa, Georg sedeva già al pianoforte e suonava con foga “Grosser Gott, wir loben Dich!” (grande Dio, noi ti lodiamo). Al termine degli studi si divisero le strade: nella Musikhochschule (con insegnamento musicale universitario) per Georg, nell’Università per Josef. Ma si approfondivano sempre più i legami dell’affetto, che ebbero la loro parte, più tardi, nello spingere Joseph a lasciare altre università (l’ultima era stata Tübingen) per accettare un insegnamento di fondazione non antica nell’università di Regensburg.
Georg, con l’ordinazione sacerdotale, aveva iniziato un servizio pastorale che era a un tempo comune (come da noi i viceparroci) ma anche specialistico, per l’incarico di “chordirektor” (direttore di coro) in parrocchie delle Alpi bavaresi. Nel 1964 veniva la chiamata definitiva, come “domkapitelmeister” (maestro del coro) del duomo di Regensburg. Fu la sua consacrazione artistica (succedendo a un famoso predecessore, Theobald Schrems), che gli fece raggiungere traguardi invidiabili, al di là dei confini nazionali, con esecuzioni in chiese o sale prestigiose. Egli stesso scrive: “Se mi interrogate sul momento più bello della mia vita da prete, devo rispondere: è stato sempre una solenne liturgia, dove abbiamo potuto contribuire a offrire una liturgia magnifica grazie a una musica sovrana”.
Il nostro libro dà alcune visioni di gruppi di coristi giovani e poi di alcuni altri di età matura, che conservano l’entusiasmo delle prestazioni giovanili. Le lodi sull’arte musicale e sullo spirito di corpo che regnava in quel coro sono commoventi. Come lo sono tanti ricordi di piccoli e grandi eventi della vita familiare, che si realizzò negli anni in cui il fratello più giovane prese abitazione vicino agli altri, dopo di avere accettato la chiamata come professore all’università di Regensburg (da Tübingen). A Pentling, vicino alla città, il professore fece costruire una casetta, che divenne “il nuovo centro della famiglia”. Vi si trovavano i tre fratelli tutti i pomeriggi delle giornate festive (non senza aver prima pranzato tutti in città, insieme ai “Domspatzen”!): “Io sapevo, confidava Georg, che là ero sempre benvenuto”.
Intanto Georg Ratzinger veniva apprezzato anche come compositore. Particolarmente nota fu la Messa “L’anno santo” (titolo originale italiano!), composta quando fu indetto da Giovanni Paolo II l’anno santo del millennio. Un commento sul lavoro del compositore lo espresse occasionalmente il fratello con quella affascinante penetrazione che lo contraddistingue. Illustrando il rapporto del fratello con il suo maestro Karl Höller, l’allora cardinal Ratzinger ebbe a dire che in Georg “era la sintesi di razionalità e ispirazione che lo incantano nell’analisi delle opere dei grandi creatori musicali. La loro comprensione è stata determinante per la sua sottile lettura, penetrante nella profondità delle opere, nel fondamento della loro ispirazione e della attenta interpretazione delle loro forme di strutturazione, che lo dovevano caratterizzare come direttore del coro del duomo”.
Trent’anni passano presto, ma Georg, che lascia la scuola del duomo nel 1994 (a settant’anni deve chiudersi la carriera professionale), restò a Regensburg, continuando nelle attività pastorali e musicali. Accompagnò ancora i suoi “passerotti” a visitare il neoeletto Papa (ottobre 2005) e a dare un concerto nella Cappella Sistina, di cui non è possibile – afferma Georg – trovare “un ambiente più grandioso e ispirante, dotato inoltre di un’acustica impagabile”. Purtroppo la salute accentua i disagi di una vista sempre più in crisi (quando sono insieme, lui e il fratello divenuto anch’egli emerito, è Josef che legge ad alta voce il breviario, per sé e per Georg), anche se qualche viaggio è ancora possibile, soprattutto a Roma.
Un altro viaggio lo intraprese il Papa emerito, suo fratello, da Roma a Regensburg, per una visita di commiato, pochissimi giorni prima della dipartita di Georg.
L’8 luglio 2020 si tennero nel duomo di Regensburg la Messa da requiem e le preghiere di sepoltura. Oltre mille furono gli scritti di condoglianze e il Papa emerito ringraziò tutti con una lettera cumulativa commovente. Il nostro libro riporta un grande numero di testi, in copia anastatica, molto accurata. E’ una testimonianza eccezionale, appassionante per i due destinatari a cui è indirizzata.
Fra le testimonianze risuona, toccante, quella del suo vescovo: “Egli poteva trasformare le sale di concerto in case di preghiera”.
Don Giuseppe Ghiberti