Domenica 31-1-2021 IV Domenica Tempo Ordinario – “Settimanale Amcor”
Cari soci e amici dell’Amcor,
Madre Anna Maria Canopi apre il suo libro sui Salmi affermando: “Ogni salmo è come una persona viva che ci viene incontro.” (“I Salmi canto di Cristo e della Chiesa”, Ed. Paoline 1997, pag.17).
In questo inno processionale, che è il Salmo che cantiamo in questa domenica, il Signore ci viene incontro e ci dice con forza:
“Non indurite il cuore come a Merìba, / come nel giorno di Massa nel deserto,
dove mi tentarono i vostri padri: / mi misero alla prova / pur avendo visto le mie opere.” (Sal 95/94, 6,7)
Merìba significa “disputa” e Massa “tentazione”. Il Signore, dunque, persona viva che incontreremo anche questa domenica, ci richiama a tornare nel silenzio dei nostri cuori, ci invita all’ascolto attento perché lo riconosciamo quando passa accanto a noi, ci dice con forza di non voler misurare la sua esistenza dai risultati apparenti delle nostre preghiere.
Ci invita a non indurire i nostri cuori nel momento aspro delle difficoltà. L’amore di Dio è innanzi tutto dono e mistero.
“O padre,…rendici forti nella professione della fede” conclude così Don Giuseppe, con sapienza, la sua riflessione sulle Letture di oggi.
Uniti come sempre nella preghiera, Vi saluto con affetto insieme a Don Giuseppe, Suor Maria Clara e tutto il Consiglio.
Contardo Codegone
Settimanale AMCOR
31.1.2021 –IV Dom. T. Ord.
Comanda agli spiriti impuri e gli ubbidiscono
Letture:Dt 18, 15-20;1 Cor 7, 32-35; Mc 1, 21-28 – Fin dall’Antico Testamento (qui nel libro del Deuteronomio) Dio promette all’umanità intermediari che lo rappresentino nelle difficoltà della vita quotidiana. Questa funzione è svolta con autorità somma da Gesù (lo riconosce un indemoniato nel vangelo: Marco). San Paolo (Lettera ai Corinzi) opera anche lui un servizio di mediatore, spiegando la diversa condizione di chi vive nel matrimonio e di chi non è sposato.
Qualche insegnamento dalle letture – Il primato di Dio è un assoluto che nessuna creatura umana può negligere. Ogni creatura umana è chiamata a rispettarlo in qualsiasi condizione di vita essa si trovi. Per aiutare la sua creatura il buon Dio si serve di intermediari: Il primo è certamente Gesù, che esercita la sua autorità con interventi sovrani anche sul grande nemico di Dio, il demonio (vangelo di Marco). Nell’Antico Testamento c’erano i profeti, con una funzione tribolata: da una parte doveva difendersi dal rischio di investirsi dell’autorità stessa di Dio e dall’altra doveva fare accettare la sua funzione di intermediario. Alle spalle del profeta vero sta l’autorità di Dio stesso: “Se qualcuno non ascolterà,… io gliene domanderò conto” (Deuteronomio). Ma come stanno le cose nel quotidiano? L’uomo è fatto per vivere con i suoi fratelli e sorelle, con disposizione di aiuto servizievole e godendo dell’aiuto che riceve da loro. L’aiuto più eccellente e qualificato è quello che si danno l’uomo e la donna: la vita di ognuno di noi è frutto di questo aiuto che si son dato i nostri genitori. Ma quale posto riveste la presenza di Dio in questo piano di Provvidenza? San Paolo parla di preoccupazioni che possono insorgere quando questo rapporto reciproco oscuri il primato da riconoscere alla presenza di Dio. E’ necessario che questa rete di rapporti venga chiarita in linea di principio e soprattutto nell’applicazione di chi di volta in volta prende decisioni. Di ciò che ha scritto San Paolo non cadrà mai neppure un jota, per dirla alla maniera biblica, ma a patto di interpretarlo alla luce di tutto quanto il suo insegnamento a dell’insegnamento della Bibbia intera. Altrimenti non si comprende la varietà delle concrete realizzazioni della fedeltà al Signore (parliamo pure della più alta santità) in mille casi di fedeltà presentataci dalla Bibbia come esemplari. E’ sulla natura stessa delle “preoccupazioni che si deve riflettere”.
Io so chi tu sei: il santo di dio – Il demonio non si è mai sposato e non si sposerà mai, eppure è ciò che di più contrario alla santità si possa immaginare. Dunque il male, per natura sua, è altrove. Così è chiaro che la santità è attestata molto sovente nella condizione coniugale, a partire dall’Antico Testamento in poi. Il racconto del brano evangelico di oggici presenta uno scontro diretto tra Gesù e le forze demoniache. Esse sono in grado di vedere più lontano dei nostri occhi (“io so chi tu sei: il santo di Dio”), ma approfittano degli interesse cattivi degli esseri umani per renderli ciechi e farne loro alleati. Così, nello stupore della gente, che avverte un’autorità superiore per combattere il male, lo “spirito impuro” mette le premesse per una sorda rivalità, che andrà tutta ai danni di Gesù. Siamo appena agli inizi del racconto evangelico (al capit. 1), ma si avverte già che lo stupore non genererà simpatia, almeno tra coloro che contano. Ed è un invito molto serio a riflettere con sincerità sul nostro stesso comportamento: quanti giudizi diamo, che non sono per nulla mossi da un sereno sentire, bensì da sentimenti che non partono dalle preoccupazioni per gli interessi del Regno di Dio e ubbidiscono invece a motivazioni infette da egoismo.
“O padre,…rendici forti nella professione della fede, perché in parole e in opere proclamiamo la verità e testimoniamo la beatitudine di coloro che a te si affidano”.
Vostro Don Giuseppe Ghiberti